Julia Holloway è una suora eremita che amministra e custodisce il Cimitero degli Inglesi a Firenze. E nata a Londra nel quartiere di Marylebone, è stata insegnante di letteratura presso le Università americane di Berkeley e Princeton. Si è ritirata in un convento nel Sussex per quattro anni, ma non si è trovata bene e si è definitivamente trasferita a Firenze nel 1996, dove era venuta tantissime volte e aveva studiato i manoscritti di Dante nelle biblioteche.

Il Cimitero degli Inglesi quando lei è arrivata era pieno di tombe saccheggiate e in pessime condizioni, lei ha cercato di mettere ordine in questo luogo così particolari che, in realtà, è il cimitero non solo degli inglesi, ma di tutti poiché qui c’è totale libertà di religione e vi sono seppellite persone da tutte le parti del mondo, persino una “schiava di colore” mi dice. Le donne per lei hanno un ruolo fondamentale nella vita, in quanto “devono avere il senso del loro valore” e questo si ritrova spesso leggendo testi di altre donne, come per esempio nei versi della poetessa inglese Elizabeth Barrett Browning, Julia completò il libro su di lei che aveva iniziato suo padre quando quest’ultimo, malato, non riusciva più a scrivere.

Qui c’è la tomba di Elizabeth e c’è anche la tomba di Frances Trollope (morta nel 1863), altra scrittrice inglese che fu fortemente osteggiata dalla critica letteraria vittoriana e tuttavia molto nota per i suoi scritti contro la schiavitù. “Ci sono donne, sai, che hanno lottato per non far impiegare i bambini nel lavoro delle miniere, oltre che per i loro propri diritti“ mi racconta e le si illuminano gli occhi… come se tutto ciò fosse di grande attualità oggi. Una cosa che non riesco a capire di lei è come possa essere avvenuto il passaggio dalla religione anglicana a quella cattolica. Lei lo spiega con grande semplicità, con quella semplicità che contraddistingue quelli che hanno le idee molto chiare, non perché le hanno chiare in quel momento, ma perché ci hanno ragionato talmente tanto che in quel momento le esprimono in un modo chiarissimo. “Nella religione anglicana c’è il disprezzo per la povertà, mentre tutto il Vangelo è scritto nel senso e nella direzione dell’apertura verso tutti.

E poi Dante quando arriva alla visione di Dio, vede tutta l’umanità. La religione corretta è quella che vede del sacro in tutti, hai visto Papa Francesco?… io m’ispiro anche a lui”. E qui torniamo a questo suo immenso senso di apertura, di cuore e di mente, che mi ha colpito la prima volta che l’ho incontrata e che mi ha spinto a trovare una scusa per tornare da lei, per poter capire meglio il suo pensiero, soprattutto quando parla di “quell’idealismo dell’Ottocento, quella battaglia per i diritti umani, noi continuiamo a portarla avanti, anche nel modo in cui facciamo i restauri delle tombe, per cambiare la visione delle persone”.

E aggiunge: “Io ho lottato per la mia educazione, sono andata a studiare in America e ti posso dire con certezza che non dobbiamo guardare a noi stessi in modo egocentrico, ma vivere con i nostri prossimi che sono tutti, senza distinzione di classe sociale o razza. E ricordarsi sempre di essere umili, l’umiltà è una dote immensa”. Cerco di seguire il suo ragionamento ma mi sembra davvero molto difficile, quando a un tratto lei mi parla di letteratura: “Dobbiamo usare lo studio della letteratura, intendo Dante in primis, e per esempio Publio Terenzio Afro e Apuleio. La letteratura ci insegna i diritti umani, se pensi a Terenzio le sue raffinate commedie che parlano di donne e di schiavi finiscono sempre con la vincita di questi ultimi e poi l’ultima parola, la parola finale, era sempre felicità… non trovi questo bello?. Lui fu il primo degli autori, era un commediografo, latini probabilmente di etnia berbera, con Agostino e Apuleio, a introdurre il concetto di Humanitas. Quest’ultimo è un concetto fondamentale, si tratta di un valore etico che si è affermato nel Circolo degli Scipioni, con il quale si sostenevano gli ideali di attenzione e cura benevola tra gli uomini.

Solo questi pochi che ti ho citato hanno scritto e influenzato la storia della letteratura”.

Poi mi chiede: “Ma perché sei tornata da me?” in realtà avevo un libro al quale tengo molto del 1907 completamente distrutto, non voglio che muoia. Ho visto la volta scorsa che lei esegue anche lavori di restauro di libri antichi e volevo chiederle se poteva aiutarmi con il mio. “ il tuo libro è bellissimo, è un libro di botanica con delicati disegni e poesie in francese, è molto prezioso, capisco perché tu non lo voglia lasciare andar via, però ti dico per lui non posso fare nulla, ormai è in questo stato e non tornerà mai come prima.
Però posso proteggerlo per te, ora io gli metterò una copertina di carta marmorizzata che ho disegnato io stessa – con il colore naturale estratto dalle alghe irlandesi Carraghen Moss – è di colore rosa, e così sarà protetto e non avrà più problemi, ora vai e stai tranquilla“.