Come risvegliarsi con una boccata d’aria fresca in una bella giornata di primavera, arrivano a noi i pensieri del cuoco Simone Salvini, sempre in punta di piedi e dolcemente, com’è il suo stile. Lui che ha sempre dato un peso alle sue parole e alle sue azioni, in questo terribile momento per il nostro paese e per il mondo intero, resta coerente con i suoi principi e s’impegna a fare il pane, ogni giorno, per chi non può mangiare e ora, più di prima, vive di disagi e stenti.

Qualche domanda, mentre ha le mani in pasta…

Non è la prima volta che lo ritroviamo impegnato in prima linea nel mondo del volontariato e, anche in questa dolorosa occasione, il celebre cuoco vegano mette in moto la sua energia positiva e si cimenta nel pane….per aiutare.
1. Simone, come nasce il progetto con la Caritas di Milano?

Nasce in un modo molto semplice; sotto casa mia c’è un emporio della diocesi di Milano, dove si distribuiscono alimenti e beni di prima necessità a coloro che, per diversi motivi, si trovano in difficoltà. Tre volte la settimana le persone si mettono in fila per ricevere, dalle amorevoli mani dei volontari, un pacco di riso, dei biscotti o dei giocattoli per i più piccoli. Mi sono messo  a disposizione per la produzione del pane visto che la mia scuola, attrezzata di strumenti professionali, è ovviamente chiusa per l’emergenza Covid e quindi indicata per infornare e cucinare cereali, legumi ecc…

2. Che tipo di farine impieghi e quanto ne produci ogni giorno?

Dopo l’incontro con i responsabili della Diocesi di Milano ho chiamato l’amministratore di Alce Nero che immediatamente mi ha messo a disposizione alcuni quintali di farine che utilizzo nella preparazione del pane: farina tipo 1, tipo 2, integrale, integrale macinata a pietra e di farro. Il pane che sto producendo quindi è realizzato da una miscela, ben calibrata, di tutte queste farine bio. 

3. Il tuo gesto nei confronti di chi ha più bisogno è davvero onorevole. Qual  è il valore e la simbologia che ha il pane in questo momento?

Devo essere sincero, credo che quest’atto prima di tutto faccia bene a me stesso. So che il pane, se fatto in modo artigianale, e con ingredienti buoni può unire le persone, essendo per natura un cibo antico e rassicurante!


4. Che cosa vorresti che gli uomini imparassero durante questa fase così triste?

Mi auguro che tutti noi rifletteremo sul fatto che siamo arrivati a un punto da cui si possono intravedere chiaramente anche nuove strade da percorrere: possiamo tornare a “frullare” come prima, oppure divenire più ecologici a 360°.